mercoledì 25 novembre 2015

LINGOTTI di curcuma ripieni, un piatto porta-fortuna

A chi non serve un po' di fortuna? 
Sempre e quando tu ci creda... a quella donna con gli occhi vendati che sostiene un corno pieno di monete d'oro!

Io per esempio credo nella forza di volontà, nel "volere è potere", nella buona fede della gente e sopratutto nel pensiero laterale!
E poi ho tutto l'oro del mondo nella mia cucina... la CURCUMA!

Per questo dedico questa ricetta a tutte le persone che s'impegnano con tutto il cuore in quello che fanno e perché ci credono veramente. Come tutti quelli che partecipiamo ogni mese all'MTChallenge, a volte pensiamo che non è sfida per noi, che il tempo ci rema contro, o mille altre intoppi, ma poi sentiamo come una scossa di adrenalina, la lampadina ti ci accende nella testa e non importa se sei già a nanna, o in metro, o sotto la doccia. l'idea arriva ed è quella, non ce verso, ci si fa il possibile per portarla a termine e... ohhh... che soddisfazione!
Peccato che questa volta, mi è venuta in mente una ricetta non solo ispirata alla mia terra, ma ben si patriottica! E attenzione, perché gli ingredienti non centrano ma si la forma!

Tutto questo, perché a vincere l'MTC di ottobre, sono stati Monica e Luca di Fotocibiamo (il nome del loro blog parla da solo.. !) E bene, questi due Genovesi ci hanno proposto i Ravioli "co-o tuccu"! 
Ecco mi sono detta: "i genovesi non buttano niente, proprio come noi, i catalani che delle pietre ne ricaviamo il pane!" 
Ed è proprio così e questa volta la nostra coppia genovese ci dimostra  come da un pezzo di carne, non tanto pregiata vale a dire tosta, se ne ricava qualcosa di morbido e sublime grazie alla cottura lenta che la farà da padrona in questa sfida su i primi piatti delle feste!!!

Ma visto che quest'anno, le feste di Natale non so dove le passerò, se qua nell'Italia che mi ha adottato o nella mia terra natale, ho voluto un po' mischiarle entrambe. 
In realtà potrebbe sembrare un primo fatto con gli abbanzi delle feste... e perché no? 
Il bello è trarre del cibo il massimo proffito e il minimo sprecco, come ci insegnano Monica e Luca, e io ci vado a nozze con questo moto!



LINGOTTI di curcuma 
ripieni di lentichie nere, patate e mazzancolle
su ragù di cottechino al sugo rosso





Lingotti di curcuma che vengono a significare l'oro, ma anche a simbolizare la bandiera della catalunya, dorata con 4 strisce rosse (la Senyera*)

E con un ripieno simbolo di prosperità e buon augurio, come le lenticchie, il cotechino, e il pure di patate. Che per noi equivale al pesce e a l'uva, trasformandosi in mazzancolle e spumante! 


ingredienti per 4

per il ripieno

175 g di lenticchie (peso da crude)
3 foglie d'alloro
200 grami di mazzancole (peso da crude)
1 spicchio d'aglio

1 patata bolita

sale qb


per la pasta
250 g di farina 0
1 uovo (grande)
1 cucchiaio d'olio evo
2 cucchiai d'acqua
2 cucchiaini rasi di curcuma

per il ragù 1 cottechino fresco
1 scalogno
1 carotta
1/2 gambo di sedano
450 g di pelati
1 bicchierino di spumante
1 cucchiaino di zucchero
olio evo
sale qb


Il lavoro più lungo, che poi tutto questo lavoro non è... sarebbe la doppia cottura del cotechino. Fatello bollire per 3 ore in abbondante acqua, partendo da freddo. Una volta ben cotto e per tanto sgrassato (anche se dire sgrassato, a un cotechino, mi viene da ridere!) liberatelo dal budello e tagliatelo a pezzettini.
Nel frattempo preparare un soffritto (qui vi si aprirà un mondo) io ho tagliato le verdure molto grossolanamente e soffritto con abbondante olio a fuoco molto dolce e mescolando molto spesso.
Agiungette il cotechino spezzettato e l'alloro e ammalgamatelo al soffritto per qualche minuto. Bagnate con lo spumante, fatte sfumare e aggiungete i pelati. Cuocete per un ora e mezza aggiungendo qualche cucchiaio d'acqua e mescolate spesso per non farlo attaccare. Sarà pronto, quando con il mestolo, non si spapolera il cotecchino diventando una specie di salsa grossolana assieme alle verdure e i pomodori. 






Lavatte le lenticchie sotto l'acqua corrente e lessatele con3 foglie d'alloro, partendo da freddo e a fuoco lento. A fine cottura salare.
Pulire le mazzancole, (non buttare i carapaci usateli per una bische o un fumetto) saltatele in padella per qualche secondo con dell'olio insaporito previamente con un spicchio d'aglio e regolate di sale. 




Scolatte le lentichie e con una forchetta schiatele un pò. Unite la polpa della patata passata per lo schiaccia patate. Amalgamate e unite le mazzancole, se queste sono piccole lasciatele pure intere se no tagliatele a pezzetti, come preferite. Amalgamate e condite con dell'olio della cottura delle mazzancolle.







In una ciotola mischiate la farina e la curcuma, poi versate su una spianatoia a fontana. aggiungete in centro l'uovo, l'olio e l'acqua e impastate, lavorate la pasta, se serve bagnatevi le mani ogni tanto in modo di tenere la pasta non tropo dura, dipenderà anche della qualità e grandezza dell'uovo. Avvolgete con della pellicola trasparente e fate riposare nel frigo da 30 a 40 minuti. 

Stirare la pasta, (io con la macchina) creare delle strisce lunghe 30 cm.i e larghe 8/9 cm. dove distribuirete il ripieno per poi richiudere su di se, sigillando e tagliando il serpentone ottenuto, in tre lingotti. (vedere foto qua sotto)





Cuocere in acqua bollente e salata, quando vengono a gala far cuocere ancora per qualche secondo, prelevarli con una "schiumarola" o mestolo forato, facendo attenzione.
Servire subito e ben caldi su un letto abbondante e fumante di ragù al cotechino. 






Con questo primo delle feste partecipo alla sfida di novembre, un MTC molto speciale e gustoso grazie alla scelta dei vincitori del mese scorso Monica e Luca!! Grazie! 
E Buone Feste!!





note:
1. di pasta ne è abbanzata un po' (non si butta mica!), abbastanza per due porzioni di tagliatelle! Ecco, non le porzioni alle che siamo abituati il cozzaro ed io... ma quelle più normali.

*La senyera catalana è una delle più antiche di Europa, nata nel secoloIX dalle mani di Guifrè el Pilos, proprio dalla sua mano destra che intingi del suo sangue, quello che li borbotaba della ferita nel cuore, e strisciò lungo il suo scudo dorato e spoglio.
In realtà lascio 5 strisce rose, ma una era quasi inpercepivile, quella de police.



domenica 25 ottobre 2015

PUMPKIN-pie per il THE RECIPE-TIONIST di ottobre

... non potevo che scegliere una ricetta con dentro la zucca vero? Siamo ad ottobre! 
e non potevo fare a meno che proporre un dolce! Si perché questa volta, per il contest di Flavia, il The Recipe-tionist, ci ha ospitato Patrizia nel suo blog Cake's Amore... and more! E a mio vedere er d'obbligo riprovare un dolce, perché lei ha le manine d'oro, l'ho visto con i miei propri occhi girando nel suo blog.

Com'era il detto... "uno più uno fa due" e allora, dolce + zucca= PUMPKIN-pie
Ho voluto un po' rischiare e proporla in versione gluten free, per di più in versione haloween... anche se questa festa non l'ho mai celebrata. Magari è per questo che la mia versione è venuta altro che brutina... ma brutta forte! 
Beh diciamo che almeno ci sono riuscita in qualcosa, nel intento di spaventare!!!
Quando mai mi è venuta in mente di provare a fare la pasta frolla nera? Credevo di avere ancora farina di riso venere, e invece nisba! Ma si avevo il riso nero e ho provato a farla io stessa, ed è andata così, mi sono fabbricata pure la farina.
Guandandola mi domando se avrò il coraggio di pubblicarla, ma poi ne mangio una altra piccolissima fetta e mi dico e chi scene frega se è brutta... è buonissima!!! Tanto presto la rifarò e vi farò sapere.


PUMPKIN-pie 
Spaventosamente buona!!!




Ingredienti per la base:
165g di farina 00
40g di zucchero a velo
115g di burro
1 tuorlo d'uovo
1 cucchiaio di panna
un pizzico di sale


Ingredienti per il ripieno:
470g di purea di zucca
120ml di panna
185ml di latte
2 uova più un tuorlo
150g di zucchero di canna
1/2 cucchiaino da te di all spice
1/2 cucchiaino da te di noce moscata
1 cucchiaio da te di cannella
1 cucchiaio di rum

Prima di tutto preparare la purea di zucca. Prendete una bella zucca di media misura, tagliatela in quattro parti e riponetela su leccarda, infornate ad una temperatura molto bassa per quasi un'ora, la zucca dovrebbe apparire morbida e soffice, create una purea, mettete da parte a raffreddare.




Per fare la base ho impastato a mano. Mischiate le farine, uniteci lo zucchero e il sale.
Tagliate il burro in piccoli pezzi e aggiungetelo agli ingredienti secchi, lavorate un po' il burro.
Nel frattempo sbattete il tuorlo con la panna e aggiungetelo al composto, se dovesse risultare un po'secco potete sempre aggiungere un cucchiaio di panna.
Create con il composto ottenuto una palla schiacciatela un po'e ricopritela con della pellicola trasparente per alimenti, riponetela in frigo per almeno 30 minuti.
Accendere il forno a 180 gradi.
Togliette la frolla dal frigo e lasciatela per qualche minuto a temperatura ambiente.
Lavoratela stendendola su della carta da forno, le farine senza glutine sono più delicate, cercando di creare un diametro un po' più' grande della vostra teglia. Disponetela dentro la teglia dandoli forma e facendola aderire ai latti. Cuocere in bianco, coprendo con un foglio di carta da forno e riempire con dei pesi a posta o pure con dei fagioli secchi, più tosto che ceci o lenticchie...
Cuocere per una decina di minuti.


Mentre la base e'in forno preparare la farcia.
Ottenuta la purea, aggiungete le uova e le spezie, mescolate. Aggiungete la panna e il latte e lavorare con un frullino, aggiungere il rum e continuare a lavorare finche la crema sia liscia ed omogenea.
Riempite la frolla con la crema ottenuta e riponete in forno per 15/20 minuti, (dipende dal forno) a 200 gradi.   

con questa ricetta partecipo al  The Recipe-tionist di ottobre!
(pure il banner è arancione... era scritto... zucca doveva essere!!!)






Note:

Tale e come prevede il contest, si può eliminare, o aggiungere, o sostituire un solo ingrediente.
Io ho sostituito la farina 00 con una miscela di farine senza glutine, più una parte di farina di riso venere. 
Riguardo al rum ho scelto quello bianco perché quello scuro potrebbe contennere glutine.
Tradizione si serve la pie con dei ciuffetti di panna, ma io la preferisco così grezza come solo lei lo sa essere!!!!!

venerdì 23 ottobre 2015

FARAONA ripiena di polenta taragna, e non solo...


Questa volta, all'MTC, ci siamo spinti… tanto o più del dito pollice della mano sinistra…. 
Signore e signori, per chi come me, questa sia stata la prima volta, ricordatevi delle parole scritte dalla Patty : Fatto una volta, potrete farlo sempre e vi sembrerà pure facile.
E dopo questo non ce da dire niente altro, soltanto che aggiungere che questa sfida proposta dalla nostra Andante con gusto, di sicuro ci farà vedere il pollame (e non solo…) con altri occhi. Questo si prospetta un MTC con gli attributi, nella vita si deve saper far di tutto. E anche se confesso che ogni volta sono più portata per i vegetali, non volevo, ne avevo intenzione di perdermi una lezione del genere!
Così, con le precisissime indicazioni di Patty e sotto lo sguardo protettore di "santo Dexter", ho letto e studiato l'anatomia dei volatili e portato, direi a buon fine, il dissodamento della faraona. 
Poi, non vi nego che sono contenta anche per esserci riuscita con la idea che avevo per il ripieno, qualcuno di voi, leggendo qua sotto, potrà pensare che sono pazza, (se non lo pensate già) ma il mio intento era quello di riempire l'animale con quello che poteva aver mangiato dal vivo, almeno quello che ricordo davamo noi al pollame: trituravamo qualsiasi classe di verdure avanzate e le mischiavamo al mais e altri cereali spezzati. Ecco perché ho scelto la polenta taragna.
Le 2 uova poi… quelle ci vano sempre dentro un volatile che si rispetti...! *


FARAONA ripiena di polenta taragna e verdure
con contorno di tuberi e ortaggi colorati 
(e salsa gravy alla grappa coi mirtilli)


Ingredienti: 
1 faraona di circa 1 kg di peso
un rametto di salvia
1 cipolla rossa
25 g di burro, sale e pepe
75 ml grappa al mirtilo
4 cucchiai d'olio evo
sale e pepe macinato fresco

per il ripieno:
175 g di zucca
2 zucchine piccole
1 cipolla rossa (piccola)
2 uova soda
100 gr di polenta taragna GF **(cottura veloce)
175ml. d'acqua
125 gr di toma
50 gr di parmigiano 
25 gr di burro
sale e olio evo qb

per il brodo:
la carcassa della faraona
3 carote 
1 cipolla 
1 porro
2 rape
3 foglie d'alloro
1 gambo di sedano
sale qb


per la salsa gravy:
800 ml di brodo 
100 ml di grappa al mirtilo
3 cucchiai di farina di mais**
sale grosso e pepe macinato fresco

per il contorno:
tuberi bari, (carote ararancio e viola, patate viola e rape)
3 agli  (senza anima) 
7 foglie di salvia
un rametto di rosmarino (solo gli agi)
75 ml olio evo 
sale grosso 


Di seguito i passi del disossamento, copiati qui dalla nostra Patty
E vogliamo parlare della iconografica da pagura, che ci ha preparato la Dani??!!!



1) Prendete il vostro busto di faraona sviscerata, pulita e fiammata per eliminare eventuali residui di piume. Rinfreschiamo subito un po' di anatomia andando a lussare entrambe le cosce. Con il busto del pollo dritto di fronte a voi, dovrete infilare il pollice della mano sinistra (se non siete mancini) nella cavità intestinale fino a toccare l'articolazione dell'anca. Con l'altra mano tirate indietro la coscia rompendo l'articolazione. Il femore deve uscire dalla cavità dell'anca. Fate la stessa cosa con l'altra coscia. 

2) Dovete togliere la forcella dello sterno. E' una delle operazioni più delicate: ruotate la faraona sempre in posizione supina, con il petto verso di voi. Spingete indietro delicatamente la pelle della cavità del collo. Toccate la polpa del petto intorno alla cavità e potrete percepire la forcella. Incidetela con la punta del coltello.

3) Con il coltello raschiate la carne intorno alla forcella in modo da farla apparire, quindi con delicatezza recidetela al vertice con il trinciapollo, facendo attenzione a non bucare la pelle. 



La forcella è libera anche se l'osso lungo è ancora all'interno e verrà eliminato successivamente.


4) Adesso ruotate nuovamente la faraona e mettetela con il petto a contatto con il tagliere. Tenetela schiacciata con una mano ed incidete nel centro della spina dorsale scendendo dal collo alla coda. Qui troverete resistenza all'inizio ma poi proseguendo sarà molto più agile. Aprite quindi la faraona a libro. Via via che procedete nel lavoro, asciugatevi bene le mani cercando di averle sempre prive di grasso che inevitabilmente potrebbe rilasciare il volatile. Il coltello deve essere sempre ben fermo nella vostra mano. 




5) Procedendo dall'alto verso il basso e dalla colonna verso l'interno, fate scorrere la lama del coltello appoggiandola alla cassa toracica ed incidendo in profondità, cercando i raschiare bene la polpa dalle costole. Procedete con calma da una parte e poi dall'altra. 

6) A questo punto avrete quasi terminato la parte più difficile. La gabbia toracica sarà quasi completamente staccata dal petto. Resterà lo sterno che potrete sollevare e staccare dal basso verso l'alto. Una volta inciso nella lunghezza, si staccherà completamente il resto dell'ossatura. Toccate il bordo del petto all'altezza del collo ed eliminate la parte lunga della forcella sempre incidendo con la punta del coltello. Tenete la carcassa da parte. 

7) Adesso grattate via la polpa dalle ossa delle anche e staccate l'osso dalla giuntura della coscia con il trinciapollo. L'osso lungo della coscia sarà invece lasciato al suo posto per mantenere una bella forma finale. 

8) Tagliate con il trinciapollo le ali all'altezza dell'articolazione. Quindi rimuovete il resto dell'ala in corrispondenza delle giunture. Spingete con il dito la pelle dell'ala all'interno della cavità che si sarà formata dopo l'eliminazione dell'osso.  



La vostra faraona è disossata. Palpate con le mani la carne di tutta la superficie per sentire se qualche piccola scheggia di osso sia rimasta ed eventualmente eliminatela. Procedete a stendere il ripieno con cura. 



Per il brodo versate tutti gli ingredienti in una pentola capiente con due litri e mezzo di acqua fredda. Fate prendere il bollore e poi cuocete a fuoco piano per almeno 1 ora, salate e schiumate ogni tanto. Ma andate a farvi un gireto qui dove vi saranno chiariti tutti dubbi sui brodi.


Cominciate preparando il ripieno, questo è meglio che sia freddo quando riempirete la faraona.
Versate a pioggia la polenta in una pentola con acqua bollente e salata, fatelo piano e senza smettere di mescolare per 5 minuti in questo modo non farà grumi. Ritirate dal fuoco e aggiungeteci metà della toma tagliata a dadini, il parmigiano grattugiato e amalgamate. In fine aggiungere il burro e mescolate fino che la polenta avrà assorbito bene tutto. Tenete da parte.
Lavate e tagliate le verdure a dadini e fattele soffriggere in padella con dell'olio per una decina di minuti, regolare di sale e tenete da parte.



Per prima stendete la polenta, sarà quella che rimarrà a contatto con la carne magra della faraona, sopra di questa disponete le verdure e infine collocate le uova sode al centro. Cospargete con l'altra metà della toma, sempre fatta a cubetini e a questo punto solevate, con molta cura, i lati della faraona facendo combaciare i lembi e cucite con ago e filo apposito. Cominciate dal collo, ma non tirate tropo perché potrebbe succede che si gonfiasse mentre cuoce.



Legate le cosce per mantenere la forma (decorosa...) durante la cottura.
Avvolgete, ben stretta la faraona, un foglio di carta da forno inumidito chiudendolo come fosse una caramella gigante. Avvolgetelo ancora dentro un lungo foglio di alluminio e legatelo per dare definitivamente una forma cilindrica. Fate riposare in frigo per 2/3 ore o se preferite, per tutta la notte fino al momento di cuocerlo. 


Nel frattempo che riposa preparate sia il brodo che il contorno.


Per il brodo versate tutti gli ingredienti in una pentola capiente con due litri e mezzo di acqua fredda. Fate prendere il bollore e poi cuocete a fuoco piano per almeno 1 ora, salate e schiumate ogni tanto. Ma andate a farvi un gireto qui dove vi saranno chiariti tutti dubbi sui brodi.


Per il contorno tuberoso, mettete in un mortaio gli spicchi d'aglio assieme al sale, le foglie di salvia e gli agi di rosmarino, pestateli bene e aggiungete pian piano l'olio evo.
Lavate e sbucciate i tuberi. Disponeteli in una teglia con della carta da forno e irrogateli con il preparato. Infornare per una 40 di minuti a 160, se prendessero molto colore coprite con della carta da forno o stagnola, controllate ogni tanto con uno stechino a che stato sono all'interno, il mio forno non fa testo... non è il massimo della attendibilità.




E arrivata l'ora del penutto, accendete il forno a 180.
Versate 4 cucchiai d'olio in una pirofila e cospargetela con delle fette di cipolla tagliate sottili. Eliminate la stagnola e la carta da forno dal pennuto, condite l'esterno del pollo massaggiandolo con sale e pepe e collocatelo nella pirofila guarnendolo con delle foglie di salvia e delle fettine di burro (manterrà morbida la pelle durante la cottura).

Infornate e dopo 15 minuti, aprite e irrorate la faraona con la grappa al mirtillo, proseguite con la cottura e ogni 10 minuti irrogatela con i suoi succhi per non farla seccare, io mi sono servita di una specie di pompeta. 
Fatte cuocere per c.ca 1h 30. Dovrete calcolare c.ca 1h di cottura per ogni chilo di faraona ripiena. La mia per esempio, con il ripieno, faceva 1,300 kg.




Verso fine cottura però, fate la verifica dei succhi, chiaviate leggermente le suture con un cucchiaio di legno e controllate il colore dei succhi che escono, se questi liquido trasparente, vorrà dire che la faraona è pronta. Se invece sono ancora rosati, proseguite la cottura.
Adesso non resta che preparare la salsa gravy. Quando la Faraona è pronta, trasferitela in un piatto da portata e con molta cura scucitela.




Filtrate i succhi del pennuto e teneteli da parte. Rimetete la teglia tra due fuochi, versateci la grappa e gratate gli eventuali fondi della cottura portando a ebollizione. Togliere dal fuoco e in una casseruola dal fondo spesso, scaldate a fuoco medio basso, 3 cucchiai dei succhi tenuti da parte.
Aggiungete la farina facendola cadere a pioggia da un setaccio e mescolate con una frusta cuocendo fino a che il composto è fragrante e ben dorato, circa 9 minuti.
Unite piano il brodo caldo mescolando bene e portate a ebollizione, quindi abbassate la fiamma.
Quando comincia a sobbollire, incorporate il liquido di deglassatura tenuto da parte.
Salate e pepate quindi lasciate sobbollire mescolando ogni tanto fino a che si è addensato, circa 20 minuti.
Passate al colino fine in una pentola per eliminare eventuali grumi.
Assaggiate e aggiustate di sale e pepe se necessario.



Servite caldo sulla faraona.


Note:
1. Per la cottura bollita (ad esempio per la galantina), potrete lasciare il vostro pollo direttamente avvolto come indicato. 

2. NON usate il forno ventilato perché seccherà la pelle del vostro pollo rompendola.

...e questi fano parte soltanto, dei miei ragionamenti mentali: dentro un coniglio non mi sarebbe mai venuto in mente di mettere delle uova soda...

** con questo accorgimento in più, la ricetta diventa gluten free



Con questa ricetta "ripiena", partecipo alla 51 sfida dell'MTC





Patty, dopo tutti questi volatili (enon solo), qualcosa mi dice che quel tuo dolce sorriso sarà ancora più marcato.... come dire... prenderà il volo! 
Ma prima una chicca che ho trovato... guarda qui!!!